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L’olio di palma fa male ai bambini

olio di palma e bambini

Nonostante le dichiarazioni di qualche anno fa a favore dell’olio di palma, ora anche le grandi aziende di prodotti alimentari stanno facendo retromarcia. In realtà, un paio di anni fa avevano già cominciato a lavorare sull’utilizzo di un olio alternativo a quello tropicale, cominciando a privilegiare gli olii di girasole e di oliva. Un esempio della grande attenzione verso la campagna (giustamente) denigratoria nei confronti dell’olio di palma è stato dato ad esempio da Barilla, che ha portato da 20 a 34 i suoi prodotti Mulino Bianco senza l’olio vegetale, e dalla Coop, che lo scorso maggio ha ritirato dagli scaffali 120 prodotti a marchio contenenti olio di palma.

L’allarme scatta dall’Autorità per la sicurezza alimentare europea (Efsa)

Tutto è nato con la pubblicazione da parte dell’Autorità per la sicurezza alimentare europea (Efsa) di un documento che attesta la presenza di alcuni contaminanti genotossici e cancerogeni nell’olio di palma e sconsiglia il consumo di prodotti alimentari con discrete quantità di grasso tropicale soprattutto a bambini e adolescenti. Il dossier di 160 pagine mette in evidenza la presenza di tre contaminanti che si formano nel processo di raffinazione ad alte temperature (200°C) di oli vegetali. Il documento mette sotto esame anche altri oli vegetali e margarine, ma l’aspetto saliente è che il grasso tropicale ne contiene da 6 a 10 volte di più. Oltre ai contaminanti rilevati, l’olio di palma – pur essendo un olio vegetale – deve essere paragonato alla stessa stregua di un grasso saturo, in quanto ha la stessa composizione di un grasso animale e gli stessi effetti dannosi sul sistema cardiovascolare.

Anche Altroconsumo lancia l’allarme dopo le sue analisi di laboratorio

A seguito del documento dell’Efsa, la rivista Altroconsumo ha condotto una serie di esami di laboratorio, confermando che sia nel latte artificiale sia nei biscotti e nelle merendine i contaminanti tossici superano la soglia di sicurezza: ““Non esiste ancora un limite di legge né un metodo di analisi ufficiale per queste sostanze – precisa la rivista – tuttavia i valori riscontrati confermano l’allarme lanciato dagli scien­ziati Efsa”.

L’alternativa è l’olio di oliva

I gelatieri, i pasticceri, i panettieri e le industrie alimentari che vogliono mantenere una qualità alta, possono sostituire l’olio di palma con l’olio di oliva mantenendo intatte le caratteristiche del prodotto.

L’unico problema rappresentato dall’olio di oliva è la sua difficoltà a montare o a essere inglobato in alcuni impasti. Si stanno però realizzando prodotti per risolvere il problema. Un esempio è quello di un’azienda umbra, la Mida+, che ha ideato un rivoluzionario grasso vegetale in crema, a base di olio di oliva o extra vergine di oliva, burro al latte, margarina, grassi di origine animale o con elevato contenuto di grassi saturi. Un prodotto tanto rivoluzionario da aver vinto il Unicredit Start Lab per il settore ‘Innovative Made in Italy’. Il prodotto ha un contenuto di acidi grassi saturi inferiore dalle tre alle quattro volte rispetto ai prodotti alternativi ottenuti con l’olio di palma o con gli altri grassi presenti sino ad oggi sul mercato come margarine e burro al latte.

L’olio di palma fa male soprattutto ai bambini

Gli alimenti sotto accusa sono prodotti da forno, dolci, torte, ma anche cibi per l’infanzia che contengono il grasso tropicale. Ecco perché i soggetti più a rischio sono i bambini e gli adolescenti.

In un suo recente articolo, il Fatto Alimentare ha messo in evidenza che anche il latte in polvere per neonati viene realizzato con olio di palma. Ma il dato più allarmante è che la concentrazione della sostanza tossica 3-monocloropropandiolo (3-Mcpd) passa da 31 mcg/kg (microgrammi per kg) a 2.920 mcg/kg dopo la raffinazione dell’olio tropicale. Per lo stesso motivo, vale a dire per il processo di raffinazione, anche le merendine che contengono l’olio tropicale sono attualmente sotto accusa.

In generale, anche se le aziende produttrici di alimenti non lo dicono, la scelta di utilizzare questo grasso vegetale nelle ricette dipende soprattutto dai costi bassi del prodotto rispetto ad altri olii vegetali. Questa analisi viene fatta da più parti in quanto l’olio di palma non è indispensabile o insostituibile, dato che la sua presenza non migliora la frazione lipidica di un latte artificiale o di un gelato industriale. Dunque se ne potrebbe fare tranquillamente a meno.

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