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Psicomotricità: giochiamo ad essere noi stessi!

psicomotricità

Che cos’è la Psicomotricità?

Parlare di psicomotricità non è mai facile, si entra in un mondo cosi ampio e colorato che non basterebbe né un libro né tantomeno un blog per raccontarla.
Beh noi del fantastico mondo degli amici di Pooh proveremo comunque ad accompagnare con le parole questi colori e a dare un senso all’azione dei nostri piccoli all’interno del gioco psicomotorio.

“Giocare nella spontaneità per scoprire la competenza”

Partiamo dalla parola più semplice e divertente: il Gioco.

La psicomotricità ha l’obbiettivo di favorire, in un percorso armonico di crescita, l’espressività globale dei nostri bambini in una dimensione di GIOCO spontaneo partendo sempre da due fattori fondamentali: il rispetto della loro individualità e unicità come bambini e dalle loro competenze.
Attraverso la gestione spaziale ed oggettuale il bambino sperimenta il piacere del movimento, il piacere dello stare insieme e della condivisione, in una dimensione di gioco spontaneo dove lo psicomotricista accompagna con il suo sostegno positivo e relazionale ogni azione del bambino facilitandone cosi l’espressione libera e creativa e sostenendone le proprie capacità, potenzialità e competenze.

“… Tu sei importante, tu sei speciale!…”

Identità, riconoscimento, valorizzazione…

Nel valorizzare l’agito del bambino lo psicomotricista ne fortifica la sua identità e pone le basi per quello che è forse il primo obbiettivo della pratica psicomotoria, il sostenere il bambino nel percorso evolutivo che va dall’azione al pensiero.

Cerchiamo ora di riassumere quelli che sono gli obbiettivi, generali e specifici, dell’attività psicomotoria:

  • Favorire l’azione pulsionale spontanea attraverso uno spazio colorato, rassicurante e non giudicante di accoglienza e di ascolto, con oggetti morbidi a misura di bambino che favoriscono l’espressività rispettando il bisogno individuale di ogni bambino in un clima di condivisione.
  • Favorire nei bambini lo sviluppo di una buona autostima e sostenere lo sviluppo emotivo attraverso la regolazione delle emozioni ed alla gestione della frustrazione.
  • Favorire l’attività senso-motoria attraverso il salto, la caduta, l’arrampicarsi e lo scivolare, dando libero sfogo alle proprie potenzialità corporee in uno spazio adibito apposta.
  • Favorire l’attività simbolica attraverso un setting che consenta al bambino l’espressione spontanea e creativa del sé e che favorisca l’attivazione e l’espressione del suo mondo immaginario utilizzando tessuti, cuscini, pupazzi ecc…
  • Favorire le attività rappresentative utilizzando materiali non strutturati (mattoncini di legno, fogli e pennarelli) che attivano la libera creatività individuale del bambino consentendogli di prendere le distanze dalle proprie emozioni favorendo cosi un processo mentale di elaborazione utile all’apprendimento scolastico.
  • Favorire lo sviluppo della capacità comunicative e di relazione all’interno del gruppo per poter esprimere le proprie emozioni e prenderne distanza.

“Ma come giochiamo alla Psicomotricità?..”

L’attività psicomotoria è strutturata un po’ come se fosse un copione di uno spettacolo in cui i nostri bambini sono i protagonisti ed ogni “atto” corrisponde ad un rituale o momento ben specifico.

Atto I: Rituale iniziale

“Benvenuti cari amici, state bene? Manca qualcuno oggi?..”
Quello che noi chiamiamo Rituale iniziale o di accoglienza è un momento preparatorio molto importante: in uno spazio delimitato da materassi o cuscini i bambini e lo psicomotricità si ritrovano, si salutano, danno spazio alla parola, ricordano i bimbi assenti se ce ne sono e cosa più importante ricordano quelle poche e semplici regole che regnano in questo piccolo spazio colorato: la cura per se stessi e per gli altri.
“Qui possiamo fare tutti i giochi che vogliamo, solo ricordiamoci di non farci male e di non farne agli altri.”.
La regola è molto importante perché è come se fosse un contenente emotivo e positivo per i bambini, un abbraccio d’amore.

Atto II: Gioco di rassicurazione e gioco senso-motorio

I nostri piccoli amici quando entreranno nella saletta di psicomotricità troveranno un castello o un muretto, a seconda di come desiderano chiamarlo, fatto di cubi di gomma piuma pronto per essere buttato giù e ricostruito.
Questo momento di rassicurazione profonda aiuta il bambino a saturare la propria pulsionalità in una dimensione di gioco non colpevolizzante e ripetuta più volte a seconda del suo piacere o bisogno.
Nel gioco senso-motorio il bambino può sperimentare tutte le sue competenze e potenzialità motorie in uno spazio appositamente strutturato (con l’ausilio di materassi di varie dimensioni e cubi di gomma piuma) su diversi piani, orizzontali, verticali, duri e morbidi, dove il bambino può arrampicarsi, saltare, scivolare e rotolare; uno spazio dove attraverso l’azione il bambino fortifica le proprie abilità e competenza di equilibrio e di coordinazione, acquisendo cosi sicurezza e fiducia nei propri mezzi motori ed espressivi.

Atto III: Il gioco simbolico

“Maestro fai il lupo e ci vieni a cercare?”.
Lo spazio precedentemente adibito al gioco senso-motorio è ora teatro per tanti protagonisti, ognuno con un ruolo diverso da interpretare o da inventare: c’è chi fa il cavaliere, c’è chi fa la principessa (di questi tempi vanno per la maggiore le Elsa di Frozen piuttosto che gli Jedi di Star Wars), chi fa la mamma o il papà chi fa il super eroe o un qualsiasi animaletto.
All’adulto tocca spesso la parte del Lupo che ha il compito di andare a scovare i piccoli amici nascosti nelle casette o nei castelli costruiti poco prima con i cubi di gomma piuma.
Svolgono un ruolo fondamentale i tessuti con cui ci travestiamo e che diventano mantelli, vestiti o gonnelline a seconda del bisogno e dei desideri dei bambini o addirittura trasformarsi in tappeti volanti o treni diretti nei posti più fantastici o esotici.
Questo spazio diventa anche un momento in cui prendersi cura gli uni degli altri, costruendo lettini o addirittura dei posticini di riposo.

Atto IV: Lo spazio di rappresentazione e decentramento

Entriamo ora in una fase molto importante in cui i bambini danno una forma all’esperienza vissuta: in questo spazio utilizziamo dei materiali come fogli, pennarelli, matite, mattoncini di legno (possiamo anche usare il pongo) che facilitano la rappresentazione sia attraverso il disegno che la costruzione potenziando cosi la manipolazione e la motricità fine.
Particolarmente significativo è il momento successivo dove, ritrovandosi insieme, i bambini raccontano i propri disegni o costruzioni prendendo gradualmente le distanze dalle emozioni e decentrandosi dal proprio vissuto.

Atto V: Rituale finale

“Il gioco è finito, ma solo per oggi…”.
Cosi come nel rituale iniziale lo psicomotricista e i bambini si ritrovano insieme e concludono l’attività raccontando una storia, leggendo un libro, cantando una canzone o con un bel girotondo.
In particolare la lettura ed il racconto donano ai bambini un momento di rilassamento finale che sostengono ulteriormente lo sviluppo dell’attenzione e della comunicazione potenziando l’uso del linguaggio verbale.

Abbiamo provato a raccontare quello che è solo l’inizio di un bellissimo viaggio verso il mondo della psicomotricità.. Ci saranno altre storie, altri giochi da inventare, altre fiabe da raccontare.. ma questa è un’altra storia.
Rimanete con noi degli amici di Pooh…

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