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Le bugie dei bambini e il loro mondo

A cura della nostra pedagogista, dott.ssa Marta Venegoni

Image by stockking on Freepik

I bambini, alcune volte, nella comunicazione con noi adulti espongono fatti ‘non veri’ legati anche al loro immaginario: piccole bugie raccontate perché hanno fatto qualcosa che non potevano. È così che la colpa del gesto compiuto viene attribuita al peluche o all’amico che oggi non era neanche presente a scuola.
Le bugie dei bambini hanno valenze e pesi differenti a seconda dell’età nella quale vengono dette.
I bambini piccoli non distinguono tra verità e finzione, per cui può capitare che le bugie vengano dette perché esiste questa confusione.
Secondo gli studiosi e ricercatori, questo tipo di bugia, oltre a non avere alcuna intenzionalità rappresenta un segnale cognitivo attraverso il quale vi è un tentativo di ricerca di compensazione di una realtà migliorabile o l’espressione di un pensiero creativo che si incanala lungo il sentiero del pensiero logico ma che ancora con esso si mescola.

Le bugie dei bambini differiscono a seconda dell’età.
Intorno ai tre anni sono molto semplici, legate al diniego rispetto ad un’azione commessa. Sono piccole bugie difensive. Il bambino capisce di aver fatto qualcosa che non corrisponde a quello che poteva essere fatto. Es. fare scherzi al gatto etc.
È importante dare una restituzione dell’azione compiuta dal bambino e della relativa conseguenza (tirare la coda al gatto gli procura dolore). Questo deve essere fatto senza giudicare mai il bambino ma analizzando la conseguenza della sua azione.

L’età dai tre ai cinque anni è caratterizzata dalla grande immaginazione, che si mescola al pensiero logico e se il piccolo sostiene che il suo racconto è vero, nonostante sia un racconto palesemente inventato è per la forza incredibile della sua immaginazione.
Raccontare storie fantastiche aventi sé stesso come protagonista non deve destare preoccupazione; se il bambino ha una buona relazione con le persone importanti della sua vita: è possibile che inventando una storiella e raccontandola come se fosse vera egli stia rielaborando una realtà vissuta, desiderata o un concetto razionale.

È a partire dai 6 anni che il bambino può sviluppare la capacità di raccontare una bugia con cognizione di causa. A volte le bugie sono dette per evitare di deludere i genitori o subire una punizione; pertanto esse rivelano consapevolezza cognitiva.

Le bugie appartengono alla crescita e allo sviluppo dell’aspetto cognitivo del bambino. È normale come genitori avere il desiderio di educare i propri figli alla realtà ma credo che sia altrettanto importante capire le ragioni che li spingono a dire queste bugie ricordando di non colpevolizzarli mai come persone ma guardando l’azione e cogliendone il significato intrinseco.

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