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Anniversario della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo

diritti del fanciullo

Il 20 novembre è l’anniversario della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo (UNCRC), approvata nel 1989.

L’adozione della convenzione internazionale è stata una pietra miliare per i diritti dei bambini. Per la prima volta i bambini non sono stati visti come oggetti passivi che dovevano essere assistiti, ma piuttosto come persone che partecipano attivamente alle decisioni da prendere.

Tuttavia, come con qualsiasi altro accordo internazionale è solo con il passare del tempo che è possibile verificare se la convenzione sia davvero rispettata e vedere se i bambini sono protetti, rispettati e a loro agio in un ambiente senza alcun tipo di violenza fisica o psicologica.

Per noi si tratta di una giornata molto significativa, il nostro presupposto parte dal benessere del bambino che è frutto del rispetto della sua individualità, dei suoi tempi, dei suoi bisogni e della sua cultura: i bambini devono essere rispettati, sempre ascoltati, accolti e posti al centro delle nostre azioni, essi sono il nostro futuro e perciò un valore immenso da preservare; la sola cosa che davvero conta!

Abbiamo deciso di dedicare tutta la settimana alla conoscenza dei diritti ed in particolare:

Art. 2 – Ogni bambino ha i diritti elencati nella Convenzione; non ha importanza chi è ne chi sono i suoi genitori, non ha importanza il colore della pelle, né il sesso, né la religione, non ha importanza che lingua parla, né se è un disabile, né se è ricco o povero.

Prendendo spunto da questo importantissimo articolo, sensibilizzeremo i nostri bambini all’uguaglianza, alla fratellanza e al rispetto reciproco.

Domani la nostra amica Barbara della Croce Rossa Italiana, ci farà visita e racconterà a tutti i nostri bambini una storia, che racconterà quanto sia importante volersi bene malgrado qualsiasi tipo di differenza.

Per tutta la settimana la “sigla” della nostra scuola sarà: LA MARCIA DEI BAMBINI

“Dici: è faticoso frequentare i bambini.
Hai ragione.
Aggiungi: perché bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, scendere, piegarsi, farsi piccoli.
Ti sbagli.
Non è questo l’aspetto più faticoso.
E’ piuttosto il fatto di essere costretti ad elevarsi, fino all’altezza dei loro sentimenti.
Di stiracchiarsi, allungarsi, sollevarsi sulle punte dei piedi.
Per non ferirli”
di Janusz Korczac

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